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Santuario di Belmonte: un cammino tra fede, arte e natura

santuario di Belmonte

Immerso tra le alture silenziose del Canavese occidentale, il Santuario di Belmonte è molto più di un luogo sacro: è una meta spirituale, un patrimonio artistico e un punto d’incontro tra storia e paesaggio. Situato nel comune di Valperga, a pochi chilometri da Ivrea e dalle valli circostanti, questo sito offre un’esperienza intensa, capace di toccare il cuore del visitatore. 

Scoprire la storia del Santuario di Belmonte significa intraprendere un viaggio che attraversa secoli di fede, architettura e tradizione popolare e in questa guida noi di Cascina 6B ti racconteremo la storia e le curiosità legate a questo splendido sito. Ecco perché dovreste visitare questi posti: il Belmonte, insieme alle valli canavesane, regala una bellezza autentica che si rivela nel silenzio dei boschi, nei colori delle stagioni e nel respiro lento della montagna.

Le origini leggendarie e medievali del Santuario di Belmonte

La nascita del Santuario di Belmonte è avvolta da un’aura di leggenda. Si narra che Arduino, marchese di Ivrea e re d’Italia tra il X e l’XI secolo, salì fin sulla collina di Belmonte per ritirarsi in preghiera e penitenza dopo una vita segnata da guerre e conflitti. In quel luogo isolato avrebbe poi avuto una visione mariana che gli suggerì di far erigere proprio in quel luogo una cappella in onore della Vergine.

Al di là del mito, le prime tracce documentate della presenza religiosa a Belmonte risalgono al XII secolo. È probabile che il luogo fosse inizialmente occupato da un piccolo edificio sacro collegato all’Abbazia benedettina di Fruttuaria, da cui dipendevano numerosi insediamenti nel Canavese. La posizione strategica e isolata del colle favorì la vocazione spirituale del sito, che fin dalle origini attirò pellegrini e fedeli da tutto il territorio circostante.

Dal monastero femminile alla spiritualità popolare

Tra il XV e il XVI secolo, la collina di Belmonte ospitava un piccolo monastero di suore benedettine appartenenti all’Ordine di Santa Scolastica. Le religiose rimasero sul luogo per oltre due secoli, gestendo il santuario e accogliendo chi vi si recava in pellegrinaggio. Secondo una tradizione popolare, le monache decisero di non abbandonare mai il sito dopo aver assistito a un presunto miracolo legato a una statua della Madonna.

Fu proprio questa devozione profonda a consolidare il legame tra Belmonte e la fede mariana. Il luogo divenne sempre più frequentato, anche grazie alla sua collocazione sul crinale che separa il Canavese dal biellese, offrendo scorci mozzafiato e uno spazio di raccoglimento naturale.

Nel 1601, le autorità religiose disposero la soppressione del monastero. Le suore furono trasferite altrove e il Santuario restò momentaneamente senza una guida stabile. Questa fase si rivelò però determinante per il futuro del sito.

L’arrivo dei Francescani e la rinascita spirituale

Nel 1602, a distanza di pochi mesi dalla partenza delle benedettine, giunsero a Belmonte i Frati Minori francescani. Il loro insediamento segnò una nuova fase nella storia del Santuario, caratterizzata da fervore, organizzazione e visione pastorale. I francescani diedero nuovo impulso alla vita liturgica e iniziarono un’opera di ristrutturazione che coinvolse l’intero complesso.

L’edificio sacro fu ampliato, l’altare maggiore arricchito con decorazioni barocche e la devozione alla Madonna fu diffusa anche nei villaggi più lontani. La collina divenne un punto di riferimento spirituale per tutto il Canavese. Nel corso dei decenni successivi, le processioni, le messe solenni e i riti votivi divennero parte integrante della vita religiosa locale.

Ma il progetto più ambizioso si realizzò a partire dal 1712, quando il frate Michelangelo da Montiglio diede inizio alla costruzione di un Sacro Monte ispirato a quelli già presenti in Piemonte e in Lombardia.

La realizzazione del Sacro Monte

Il Sacro Monte è un complesso di cappelle dedicate alla Passione di Cristo, che si snoda lungo un percorso in salita immerso nella natura. Il progetto si colloca all’interno del movimento devozionale promosso dalla Controriforma e assume, in Belmonte, una dimensione popolare e francescana, essenziale e diretta.

Le prime cappelle vennero costruite grazie al contributo dei fedeli, delle confraternite e delle comunità del territorio. Ciascuna cappella rappresenta una stazione della Via Crucis, con statue a grandezza naturale e affreschi che illustrano le scene evangeliche. L’impianto è pensato per guidare il pellegrino non solo lungo un cammino fisico, ma anche spirituale, che lo accompagna fino al cuore del mistero cristiano.

Nel corso di oltre un secolo di lavori, vennero erette tredici cappelle, alcune delle quali ancora oggi conservano statue in terracotta e gesso realizzate da artisti locali, tra cui figurano scultori di Castellamonte e pittori della scuola di Ivrea. Il Sacro Monte di Belmonte fu completato nel 1825, diventando l’ultimo ad essere costruito in Piemonte.

Arte sacra tra essenzialità e suggestione

L’estetica del Sacro Monte di Belmonte si distingue per il suo carattere sobrio e accessibile. Le cappelle, immerse nei boschi, dialogano con il paesaggio in un rapporto armonico e profondo. L’architettura, pur ispirata a modelli barocchi, riflette lo spirito francescano: forme semplici, materiali locali, narrazione diretta.

Le scene della Passione sono rese con intensità espressiva, ma senza sfarzo. Le statue, alcune delle quali restaurate in anni recenti, trasmettono emozioni autentiche. L’affresco, spesso più consunto, suggerisce piuttosto che mostrare, lasciando spazio all’interiorità del pellegrino.

Alcune cappelle meritano una menzione speciale: la prima, che rappresenta la condanna di Gesù; la sesta, in cui viene raffigurata la Veronica; l’ottava, dedicata alle Pie Donne; l’undicesima, con la Crocifissione. Il percorso si conclude con la cappella della deposizione, culmine emotivo del cammino.

Il riconoscimento UNESCO e la riserva naturale

Nel 2003, il Sacro Monte di Belmonte è stato inserito nell’elenco dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Questo riconoscimento ha sottolineato il valore storico, artistico e spirituale del sito, premiandone l’originalità e la funzione sociale.

La collina su cui sorge il santuario è anche parte della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Belmonte, istituita nel 1991 per tutelare l’ambiente boschivo circostante e garantire un equilibrio tra spiritualità e biodiversità. Il territorio è attraversato da sentieri segnalati, percorribili a piedi o in bicicletta, che offrono scorci panoramici sulle Alpi, il Monviso e le pianure torinesi.

La connessione tra natura e spiritualità è uno degli elementi più affascinanti del sito. L’esperienza di visita al Santuario non si esaurisce nella dimensione devozionale, ma si amplia in una contemplazione che coinvolge corpo e spirito, mente e sguardo.

L’incendio del 2019 e i restauri

Nel marzo del 2019, un incendio doloso colpì duramente la collina di Belmonte, bruciando decine di ettari di bosco e minacciando alcune delle cappelle più antiche. L’evento scosse profondamente la comunità locale e sollevò un’ondata di solidarietà.

I danni furono contenuti grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco e delle autorità regionali. Negli anni successivi sono stati avviati interventi di ripristino ambientale e restauro delle strutture danneggiate. Alcune statue in gesso e legno, annerite dal fumo, sono state sottoposte a trattamenti conservativi. Anche i sentieri sono stati messi in sicurezza per garantire la fruibilità del percorso in ogni stagione.

L’incendio ha rafforzato il legame tra il Santuario e la popolazione, stimolando nuove forme di volontariato e una maggiore attenzione al valore culturale e naturale del sito.

Vita religiosa e devozione oggi

Il Santuario di Belmonte è ancora oggi un luogo vivo. Le celebrazioni liturgiche si svolgono regolarmente, in particolare nelle principali festività mariane. Ogni anno, nel mese di maggio, si svolge la tradizionale processione con fiaccolata notturna, che vede partecipare centinaia di fedeli provenienti da tutta la diocesi.

La chiesa ospita numerosi ex-voto, testimonianza della fede popolare e del legame personale che molte famiglie hanno con questo luogo. Le stanze adiacenti al santuario accolgono oggi un piccolo museo, in cui sono raccolti oggetti liturgici, testimonianze fotografiche e materiali legati alla costruzione del Sacro Monte.

Il Santuario è anche una meta di pellegrinaggio per gruppi giovanili, associazioni religiose e turisti interessati a percorsi di spiritualità lenta. L’assenza di rumore, la qualità della luce, il ritmo naturale del percorso invitano alla riflessione e alla riscoperta di valori essenziali.

Itinerario consigliato: come vivere il percorso verso il Santuario di Belmonte

Il cammino che conduce al Santuario può iniziare dal parcheggio in località Valperga. Da qui si segue il sentiero segnalato che sale dolcemente tra i boschi, toccando una a una le tredici cappelle della Via Crucis. Il percorso dura circa un’ora ed è accessibile anche a camminatori poco allenati.

Ogni stazione offre uno spazio di sosta, di lettura e contemplazione. L’ombra dei castagni e dei faggi accompagna il visitatore fino alla cima del colle, dove si trova il Santuario. Qui è possibile visitare la chiesa, raccogliersi in silenzio o semplicemente lasciarsi avvolgere dal panorama che spazia su tutto il Canavese.

Chi desidera prolungare l’esperienza può esplorare i sentieri della Riserva Naturale, fare una sosta nelle trattorie del territorio o pernottare nelle vicinanze, magari scegliendo una struttura come Cascina 6B, perfetta per chi cerca tranquillità, autenticità e accesso comodo alle valli circostanti.

Domande frequenti sul Santuario di Belmonte

Quando è stato fondato il Santuario di Belmonte?
Le origini risalgono al XII secolo, ma la tradizione lo collega a una leggenda del re Arduino, vissuto intorno all’anno 1000.

Quante sono le cappelle del Sacro Monte?
Attualmente le cappelle sono tredici, ognuna rappresenta una stazione della Via Crucis ed è decorata con statue e affreschi.

È possibile visitare il santuario tutto l’anno?
Sì, il sito è sempre accessibile. Le funzioni religiose sono più frequenti in primavera ed estate, ma il percorso è aperto tutto l’anno.

Il percorso è adatto a tutti?
Il sentiero ha una pendenza dolce ed è percorribile anche da famiglie e persone poco allenate. In estate si consiglia una visita al mattino o nel tardo pomeriggio.

È previsto un biglietto d’ingresso?
No, la visita è gratuita. Alcune donazioni sono gradite per sostenere i restauri e le attività del santuario.

È collegato ai Sacri Monti UNESCO?
Sì, Belmonte fa parte del gruppo dei nove Sacri Monti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2003.

È possibile organizzare visite guidate?
Sì, alcune associazioni locali e la parrocchia organizzano visite tematiche per gruppi e scolaresche. È consigliabile prenotare in anticipo.

Un cammino che unisce cielo e terra

Il Santuario di Belmonte non è soltanto un monumento religioso. È un luogo dove storia, natura e spiritualità si incontrano in un equilibrio raro. Camminare tra le cappelle, ascoltare il suono delle foglie, osservare la luce che filtra tra gli alberi è un’esperienza che tocca qualcosa di profondo, al di là delle credenze personali.

Visitare Belmonte significa concedersi il tempo di rallentare, di ritrovare un ritmo interiore, di ascoltare il silenzio. In un mondo frenetico, questo luogo ci ricorda che c’è ancora spazio per la bellezza semplice, per la fede genuina e per una connessione autentica con ciò che ci circonda.

Che tu venga per devozione, curiosità o desiderio di pace, il Santuario ti accoglierà con la stessa solennità con cui ha accolto generazioni di pellegrini. E se saprai ascoltarlo, ti racconterà una storia che va ben oltre le parole.

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